Nella creazione del collettivo, il salto della corda è strumento percussivo e gesto coreografico
To hit: colpire, percuotere, raggiungere, entrare in collisione. Ma hit è anche una canzone che rimbomba nella testa, il successo del momento, il ritmo assillante che assedia i pensieri. Entrambe le definizioni caratterizzano l’omonimo progetto di Parini Secondo, realizzato in collaborazione con il musicista e sound designer Bienoise. Una creazione coreografica basata sull’unico movimento del salto della corda, e sulla dimensione acustica della sua percussione al suolo. Le quattro performer — Sissj Bassani, Martina Piazzi, Camilla Neri, Francesca Pizzagalli — ripetono la gestualità sportiva nell’intento di fondersi con il ritmo ossessivo di una base musicale elettronica. La scelta della musica trance favorisce un’esperienza ipnotica, che porta a concentrarsi sulla costanza del movimento.
All’interno del festival “Tutta la vita davanti” abbiamo assistito a HIT OUT — una versione del progetto originario pensata per spazi all’aperto — qui andato in scena al Campetto Rosso. La scelta di proporre la performance al di fuori della sala teatrale offre allo spettatore un’esperienza differente da quella consueta: ecco che l’immersione della creazione artistica in uno spazio pubblico si arricchisce della comparsa di bambini che giocano, di un cane che corre, o semplicemente di passanti che, per caso o per scelta, si inseriscono nel paesaggio dell’opera e influenzano la percezione di tutte e tutti noi.
Come un unico corpo, le quattro danzatrici si muovono in questo anfiteatro di cemento disegnando figure geometriche — linee, quadrati, diagonali — nelle quali i corpi sono vertici e vettori. E tuttavia l’unisono e il sincrono sembrano a tratti spezzarsi, dare vita a una serie di variazioni in cui è possibile ribellarsi alla norma del pattern: una singola performer si stacca, cambia il ritmo o lo stile del salto, varia il fronte del proprio sguardo, e infine riconquista la posizione originaria. Affaticato, spinto al proprio limite, il corpo concentra tutte le proprie energie e attenzioni su un unico punto focale: eppure l’errore — un salto mancato, un ritmo perduto — emerge come preziosa occasione per un breve silenzio coreografico, e un nuovo slancio, una nuova adesione al gruppo. Impassibili, quasi ascetiche nella loro martellante azione, le performer appaiono distaccate, algide, e tuttavia capaci di coinvolgere il pubblico nell’incanto della reiterazione. L’esplorazione delle ramificazioni di un gesto banale come il salto della corda, in un luogo comune come un parco, è ciò che regala a questo spettacolo il suo magnetico fascino.
Alice Bolgiani, Leonardo Borghini, Alessandra Pianon