Il poema della notte: “Anse” di Mezzopalco e Usine Baug

Un monologo per più voci, un discorso interiore che si apre a dialogo collettivo, abitato da narratori e personaggi, reali e doppi

«Nel tragitto di ogni giorno verso sera», lungo una delle curve di una sinusoide che disegna la vita di un uomo, prende forma lo spettacolo portato in scena da Mezzopalco e Usine Baug al Festival Tutta la vita davanti. Anse rappresenta il percorso emotivo e visivo di un uomo che durante la notte, tra luci, suoni e continui cambi di scena, è ossessionato dalla ricerca di un “giorno perfetto”, un momento migliore di quello presente, mentre il tempo scorre inesorabile e pare non finire mai. Durante il ritorno verso casa, nella città che si illumina e accende delle luci di finestre e lampioni, il protagonista viene inghiottito da una società omologante, in cui anche l’individualità si dissolve in una massa di gesti, pensieri e dettagli ripetuti, banali. Dalla macchina del protagonista, ingombrante e aggressivo, il fascio luminoso dei fanali si diffonde ed esige in modo imperativo e magnetico lo sguardo del pubblico, tenendo come ostaggio l’attenzione mentre squarcia il velo di tenebra che avvolge la sala, illuminando i visi di chi osserva e derubandoli dell’anonimato.

 

Quando nel cuore della notte la macchina si schianta lasciandolo a piedi, l’uomo inizia a correre freneticamente. Non è solo, però: un’ombra, Massimo Giordani, è impegnata a creare proiezioni e nuovi mondi, come quello di una folla che, apparsa sul tavolo della console, sembra muoversi a ritmo di musica illuminata dalle torce di due telefoni. I dettagli visivi curati dalle compagnie rivelano sul palco un mondo interiore, dove tutto si muove proprio perché è già in movimento. Tra le case e le luci di città, tra cunicoli tutti uguali, non si riesce a riconoscersi: «quest’auto non è mia, questa casa non è mia», come in un romanzo di Philip K. Dick in cui sembra tutto estremamente reale, ma allo stesso tempo non lo è. Diverse storie si intrecciano l’una con l’altra, scandite dagli orari di un’unica notte perpetua. Sembra di avvertire le difficoltà nel restare fedeli a noi stessi, noi allergici a qualcosa che si espande e tenta di boicottarci, noi abitanti di una società che sempre più ci vuole pedine: siamo parte di ciò che vuole distruggerci. Il viaggio nella notte di un uomo ci avverte, in una critica diretta e impetuosa alla società: “imparate a respirare sotto”, per vivere bene non bisogna sempre arrivare in alto.

 

Mattia Aiello, Altea Briola, Jary Lazzerini, Jacopo Sanchez



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